28 settembre 2009

VOLO A BASSA QUOTA

Fine giornata a zonzo

Il vecchio restauratore nella sua bottega, davanti all'ormai defunto "cimitero dei mobili", di cui non si vede ancora la resurrezione. E poi Via Cottolengo, Porta Palazzo, l'antico zona franca del "Balon" ma anche un po' Tangeri. E poi, davanti al Comune, più Digos e celerini annoiati che educatori a protestare contro Chiamparino. E le Dr. Martens basse nella vetrina in pieno centro-centro, senza cuciture gialle e senza dover cercare l'unico negozio per soli dark che le importa da Londra. Il "passage" della Galleria Subalpina, con i libri antichi rari del negozio chic, quelli vecchi "dell'ebreo" e quelli che non ci sono più a settembre in piazza Carlo Alberto. Ragazzini bianchi, neri e gialli che saltano con lo skate davanti all'immobile EmanueleFilibertoDucaD'Aosta. Un capannello silenzioso di sparute bandiere della Cisl e della Cgil davanti alla Regione, non si sa perché. Il consueto understament (ché basso profilo non rende l'idea) dell'assessore all'ambiente che fa l'aperitivo al Pastis, e avrà in testa gli scenari futuri del PD piemontese, con la mozione davvero laica che ha preso un bel po' di voti anche nella mia San Salvario meno alternativa. E poi la Chinatown di corso Regina (Margherita, ché noi a Torino i nomi delle vie siam pigri a pronunciarli per intero), solo punteggiata da qualche emporio africano, e il ristorante di cucina wok che propone Barbera d'Alba Superiore. Basta, smetto di sfogliare la città e di passeggiare autisticamente col cellulare in mano. Adesso Al Jarreau urla boogie down nell'autoradio e mi accompagna al supermercato. La Coop, ovvio.

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